54 - Wu Ming


I post stupidi inconcludenti di questi giorni mi impongono di porre rimedio per evitare che la mia immagine, gia' sufficientemente sputtanata, raggiunga profondita' impensabili.


Giunge quindi a proposito la conclusione della lettura, stanotte alle 3:30 al termine di una nottata allucinante, di uno di quei libri che fa tanto figo aver letto.


Avevo gia' conosciuto i Wu Ming quando ancora si facevano chiamare Luther Blisset e firmavono losplendido Q. Dico splendido a posteriori perche' le prime 200 pagine, complice un periodo di umore pessimo, faticai un sacco a superarle.


Lo stile e' lo stesso. Una scrittura frammentata che saltando da una parte all'altra iniziano prima a disporre i pezzi sulla scacchiera e poi lentamente a farli muovere. La tela si fa sempre stretta e senza neanche accorgertene ti ritrovi avvolto da quelle vite, inizi a cogliere i collegamenti, a capire.

Mi piacciono questi tipi di storie. Storie storiche con un profondo lavoro di ricostruzione ma che contemporaneamente cercano di lavorare su un altro livello. Di farti pensare attraverso la conoscenza, di capire attraverso la parola e la vita di quelle persone che stanno affrontando quegli avvenimenti.


La fine della storia mi ha lasciato, complice la mancanza di sonno, uno stato di disagio e malinconia per tutta la giornata. Ho cercato di capire quale fosse il particolare che piu' di tutti mi ha colpito dentro. E' la morte di Ettore, la morte eroica di un eroe tradito dai suoi stessi ideali per riscattare gli ultimi anni da fuorilegge. E' un tema classico, gia' visto mille volte, ma ci casco sempre.


Ci rincontreremo ancora con i Wu Ming, ma prima ho da rivedere un vecchio amico, un vero duro, che prima di lasciarci ha voluto lasciarci un suo vecchio ricordo.


Camminiano ancora una volta insieme Eddy. Ancora una volta e poi basta.

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