... prendo la sciarpa e vengo da te!


Si, ok, devo fare le visite mediche, andare in banca, vedere assolutamente il Sindaco, farmi perdonare da Daria perche' non l'ho chiamata l'ultima volta, vedere la Fede, capire cosa ha combinato Fabio, fare un colloquio, piu' mille altre cose...


Pero' non raccontiamoci storie, se torno a Genova questa volta e' solo per Genoa-Napoli!


Vedo le sopracciglia alzarsi, il sorrisino ironico di chi guarda queste cose con superiorita', pero' non me ne fraga niente. Certe cose sono come le barzellette, o le si capisce subito altrimenti e' inutile spiegarle.


Spiegare cosa voglia dire essere genoani, almeno per me, e' una cosa che non ha parole, e' un modo di vivere, di pensare, di affrontare il domani. Sempre al limite, sempre all'ultima spiaggia, ma sempre con un fortissimo spirito di appartenenza. Quello che ti spinge a sperare anche quando non ci sono speranze, a lottare quando tutto e' perduto.


Sempre dalla parte dei perdenti. Sempre e comunque.


La definizione piu' bella della genoanita' l'aveva data uno scrittore di cui purtroppo non ricordo il nome. Essere genoani e' come giocare a cow-boy contro indiani e stare dalla parte degli indiani!


Domenica (e il destino ci ha messo del suo mettendo facendolo accadere nel giorno di un altro importante evento) c'e' una di quelle partite che hanno fatto la nostra storia.

Due anni fa in una situazione analoga ero appena arrivato a Brindisi e avevo lasciato l'abbonamento a mio padre. Con Roberta e Lorenzo avevamo obbligato una pizzeria intera a vedere Genoa-Venezia e alla fine a gioire eravamo solo noi.

Il giorno dopo mia madre mi racconto' di come allo stadio erano finiti vicino a Franco Rotella, uno che giocava nel Genoa quando ero un ragazzino, di come per tutta la partita aveva urlato la sua rabbia scusandosi con lei per tutti i santi tirati giu' e di come ala fine si erano abbracciati piangendo come bambini!


Stavolta no, ho deciso di esserci, niente al mondo mi fermera'. Per il lavoro non e' il momento migliore, il capo ha storto la bocca, pero' e' lo stesso. Ci sono momenti in cui bisogna fermarsi, abbandonare la razionalita' e fare quello che il cuore ti dice.


Oggi mentre ne parlavo con Luis, ho scritto sulla turbina quello che sara' per me il risultato. Non dico niente per scaramanzia, martedi' tra una fetta di torta e l'altra verificheremo tutto!


Adesso ce' solo da partire.


Sono pronto.


Arrivo!

Commenti

Anonimo ha detto…
Franco Rotella!
Ricordi d'infanzia...

a.