Messaggi nella bottiglia



La primavera dello scorso anni sono stato per lavoro a Tabriz, una città tra i monti nel nordovest dell'Iran. Città che non avevo mai sentito in vita mia, ma che il pediatra di mio figlio diceva di voler andare a visitare per turismo.
In quei mesi spesso, dopo cena, andavo in un piccolo localino vicino all'hotel. Frequentato da ragazzi, si ascoltava buona musica (teoricamente vietata) e si poteva bere un the o mangiare un dolce. Come spesso succede quando viaggio da solo, io mi portavo un libro e coglievo l'occasione per scambiare qualche parola con qualcuno del posto. Ragazzi come tanti, ma oppressi da un regime asfissiante e con poche prospettive per il futuro. Nel locale c'era come elemento di arredo una libreria, una lunga fila di volumi che copriva un'intera parete. Così l'ultimo giorno prima di partire ho scritto una piccola dedica e ho lasciato uno dei libri letti su quei tavoli.
Mi è capitato di accennare questa cosa in ufficio, quando sono rientrato in Italia, e mesi dopo un collega mi ha mandato questa foto. È andato nello stesso posto, ha trovato il mio libro e ne ha lasciato uno al suo posto.

Oggi quel libro si trova in Irlanda del Nord. A Larne un piccolo paese vicino Belfast. Altra meta del nostro girovagare. Dalle aride montagne dell'Asia al freddo del mare del nord.

Chissà quale sarà la prossima tappa.  

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