Il pendolo di Faucault - di Umberto Eco


Dieci libri (4 di 10)

Anni novanta. Ultimi anni del liceo. Alla televisione X-files imbastiva del cospirazionismo e in edicola Martin Mystère viveva il suo periodo di maggior splendore.

Avevo già capito che il romanzo storico andava a toccare i giusti punti della mia immaginazione. Di Umberto Eco avevo già letto, dopo la folgorazione del film, "Il nome della rosa". E anche se ero consapevole di averne capito solo una minima parte, la fascinazione che mi aveva sommerso era enorme.

In questo secondo romanzo il livello sale ancora. La preparazione di un ottimo professore di storia e altre letture mi hanno permesso di avvicinarmi a questo con maggiore preparazione, anche se sono sicuro che sarà tanto quello che rimarrà tra le pagine del libro. Ma quello che arriva è una mole di stimoli e informazione incredibile. Storia alternativa, cabala e templari, segreti e misteri, un medioevo incredibilmente vivo e riflessioni sulla religione, sulla vita e sulla morte. Il tutto ad un livello tale che anni dopo avrebbe fatto trovare elementare Ken Follet e banale Dan Brown.

Di Eco in seguito ho letto quasi tutti gli altri romanzi. Spesso con lo stesso piacere, a volte con delusione, ma mai con uguale trasporto. Dei suoi libri, pur riconoscendone la complessità e a volte la non facile comprensione, apprezzo il non voler semplicemente compiacere il lettore scegliendo la strada più facile e accattivante, ma lo stimolo all'approfondimento. Non conosco la sua sterminata produzione come saggista, anche se ci sono alcuni titoli che vorrei sicuramente leggere. 

Puntate precedenti:
1 di 10: Il Conte di Montecristo, di Alexandre Dumas
2 di 10: It, di Stephen King
3 di 10: Le catene di Eymerich, di Valerio Evangelisti

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