Un lavoro finito male

Qualche giorno parlavo di lavoro e professionalità.

Tanti bei discorsi.

Oggi si è conclusa una parte importante del mio lavoro qui in Spagna. Dopo due settimane di lavoro incessante per correre dietro alle scadenze, dopo aver passato le ultime tre notti al lavoro, dopo aver sacrificato gli ultimi due fine settimana.

E mi rendo conto che è stato un lavoro fatto male.

Fatto male perchè non c'è stato il tempo materiale per poterlo portare a termine come andava fatto.
Alla fine hanno prevalso la fretta e la voglia di consegnare comunque il lavoro. Il capo ha fatto pressione e si è messo il paletto.

Indietro non si torna.

Adesso bisogna solo sperare che non succeda niente, che tutto vada bene. Ma le premesse per fare un danno serio ci sono tutte.

Ma più del possibile danno, più delle conseguenze, più della probabile figura di merda (perchè se succede qualcosa alla fine saremo io e Alessio i responsabili), quello che mi dispiace è non aver potuto fare quello che andava fatto, di essermi dovuto adeguare a decisioni prese sopra di me.

Lavorare con Max a Torino era stato tremendo, ma mi aveva fatto vedere chiaramente come dovevano essere fatte le cose, lo spirito e la filosofia con cui andava affrontato questo lavoro.

Concetti semplici e duri, che valgono per il lavoro ma che sono associabili benissimo a tutti gli aspetti della vita (e in questo Max è molto simile a mio padre).

Stasera ho la netta sensazione di non aver fatto appieno il mio dovere, svuotato dalla consapevolezza di non averlo potuto fare per decisioni che non dipendono dalla mia volontà.
E non riesco a farmelo andare bene.

E' tardi.

Me ne vado a casa.

Commenti

Anonimo ha detto…
Ciao Fede,
ho letto il tuo sfogo.
Non ci provo nemmeno a dirti non ti preoccupare se succede qualcosa la decisione non è stata tua. Il rospo non va giù lo stesso. Almeno penso. A me succede così. Inizio a dare pesanti segni di anarchia. L'altro giorno mi hanno detto "di al fornitore di fare così" (forse ne hai sentito parlare: mancano dei pezzi e senza non si può partire .... stronzata secondo me ma ....). Ho pensato questa cosa che mi dicono di fare è una cazzata. Così ieri quando ho parlato con la persona che sta cercando di risolvere il casino con me (il fornitore)gli ho chiesto di fare a modo mio. Se succede una merda almeno so difendermi.Sono cazzate i miei problemi lavorativi lo so. Ma non mi va di dire sempre "ho fatto così perchè mi hanno detto di fare così". Non mi va di fare sempre delle stronzate.
Domani vado a Berlino!Ci sentiamo quando rientro .... se rientro ;-)))).
Besos
fede ha detto…
ciao bella,
da una parte ci sarebbe la voglia di spegnere il cervello e lasciarsi trasportare. A Torino qualche volta l'ho fatto, lo ammetto, altrimenti sarei impazzito.
Molto pi� spesso per� ti incazzi e ti chiedi come � possibile. Spero che arrivi presto il momento in cui potr� prendere delle decisioni in maniera autonoma. Forse sarebbe pi� difficile, ma almeno saprei con chi prendermela ;-)
Ma anche qui credo che cambierebbe poco, ci sarebbe solo qualcun altro a cui rendere conto, qualcuno che prende le decisioni sopra di te.

Forse la soluzione � veramente una sola, quella che ci diciamo tutte le volte che ci vediamo ^___^

Un abbraccio e buone vacanze!