Il testigo


"Dai pure fuoco la casa, ma non fare assolutamente entrare i Testimoni di Geova".

Era con avvertimenti di questo tipo che i miei genitori erano soliti lasciarmi in casa quando ero piccolo. Non che la mia famiglia fosse razzista o che, anzi, il clima in cui sono cresciuto e' sempre stato molto aperto e tranquillo.

I Testimoni pero' hanno sempre raccolto poche simpatie indiscriminatamente da tutti. Personalmente ho sempre pensato che piu' che a disturbare piu' che quello che dicono sia il fatto che ci credono veramente e questo turba, mette in crisi il traballante cristianesimo con cui piu' o meno tutti ci vestiamo.

Qui il mio responsabile e' Alessio. Lo e' da un anno e mezzo oramai. Lavoriamo spalla a spalla sei giorni alla settimana, dieci ore al giorno, dividendo lo stesso ufficio e lo stesso lavoro. E Alessio e' un Testimone di Geova.

Lo sapevo ancora prima di arrivare qui e di conoscerlo, come lo sanno tutti in azienda, ma questo per me non e' mai stato un problema. Rispetto le sue idee e le battutine che ogni tanto sento dire, ovviamente quando lui non c'e', mi danno un po' fastidio. Perche' e' una brava persona, una delle pochissime di cui posso dire di potermi fidare in questo ambiente all'insegna dell'egocentrismo, uno che merita fiducia e per cui se posso un favore lo faccio piu' che volentieri.

Un anno e mezzo che lavoriamo assieme, dicevo, e mai una volta che abbia provato a dirmi qualcosa, a rifilarmi la classica rivista (a qualcun altro l'ha data). Niente. E questo ha aumentato non di poco il mio rispetto per lui.

Pero'... pero' c'e' sempre un pero'. Sua moglie e' al nono mese e tra pochi giorni dara' alla luce il loro secondo figlio. Sono ovviamente molto ocntento per loro, anche se questo crea mi crea qualche problema (come posso andare a Lucca se nemmeno lui e' al lavoro?).
Ma vederlo pero' cosi' affacendato nel cercare un ospedale e dei dottori che a qualunque costo garantisca loro un parto senza bisogno di trasfusioni, chiamare il loro comitato etico, forzare la situazione, quasi litigare. Il tutto senza mai prendere in considerazione la salute della madre e del bambino.

Probabilmente sono io che non capisco, probabilmente non ho il diritto di emettere giudizi, pero' nel mio cattolicesimo di carta ho sempre pensato che l'unico dogma da rispettare fosse la vita. Sempre e comunque.

Il resto viene dopo.

EDIT:
Il bambino è nato oggi, si chiama Emanuele, e tutti stanno benone ^___^

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