Invisibili


L'ultima immagine e' quella solita di ogni anno.I banconi quasi vuoti,gli sguardi degli standisti stanchi ma soddisfatti che riempono gliultimi scatoloni, Mimmo che smonta lo stand Bonelli, una Lucca che piano piano ritorna alla normalita'. La festa e' finita e tutti sono contenti. Le novita' sono state tante,sempre di piu', le cifre dei visitatori in un continuo gioco al rialzo, tutti hanno venduto bene e tornano a casa con le taschepiente. Tutto bene, tutto bello.

Pero' con gli anni anche senza volere, hai conosciuto persone eautori, con loro scambi idee e confidenze, soprattutto confidenze. E cosi' una frase qui, una frase la', scopri tante cose di cuiapertamente non parla nessuno, nemmeno la stampa specializzata. E scopri che poi cosi' bene forse non va. Che l'editore A non paga glistipendi da un anno e tutti sono incazzati, che l'editore B paga, masempre meno e che quindi forse qualcosa sara' chiuso o ridimensionato. Pero' nessuno parla apertamente, quel poco, che e' sempre meno, non sipuo' perdere, un buco alla cintura si puo' sempre fare in attesa chequalcuno in Bonelli o alla Marvel si accorga di te.

Eppure le novita' sono sempre tante, sempre di piu', soprattutto daparte di quegli editori che chiedono sacrifici a chi lavora per loro,quelli che dimezzano i compensi perche' "se non lo fai tu ne trovoaltri dieci anche a meno". Ci penso e penso a come hanno reagito in altri ambienti, quello dovelavoro io, di fronte a situazioni simili, ragazzi di 25-30 anni alleprime esperienze lavorative. Si sono fermati tutti, hanno resistitoalle minacce e ai ricatti. I dieci che avrebbero potuto fare il lorolavoro alla fine non sono spuntati, e hanno vinto loro.

Ma per affrontare un problema forse bisognerebbe prima rendersi contoche il problema c'e'.

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