Dispatches from Elsewhere



Ammetto di aver iniziato a guardarla attirato dalla presenza di Jason Segel, il Marshal di How I meet your mother.

Solo successivamente ho scoperto che Segel oltre che interprete era anche creatore di questa strana serie. Strana, perché dopo settimane ancora non so bene come definirla. 
La storia non sarebbe difficile nemmeno difficile da raccontare. Un gruppo di persone apparentemente normali viene coinvolto nella ricerca di una ragazza scomparsa e nelle trame di una misteriosa organizzazione segreta.
Ma è anche la metafora della fuga dalla mediocrità e dalla noia di una vita grigia e monotona attraverso il mettersi in gioco e il confrontarsi con gli altri. Un messaggio estremamente positivo che viene veicolato attraverso tutta una serie di giochi e di rimandi non sempre facilmente comprensibili. La serie punta molto in alto e qualche volta sembra perdersi per strada ma che alla fine lascia un buon sapore in bocca. 

Impossibile inquadrarla in un genere. E proprio per questo per buona parte della visione sono rimasto spiazzato pensando a un qualcosa di fantascientifico o a un thriller.
Ottime le prove di tutti gli attori, compreso il già citato Segel che a quanto sembra puntare a qualcosa di diverso dal comico con cui è diventato famoso, e interessanti alcune idee registiche.
Ma un prodotto che non è per tutti e che ha bisogno di tempo per essere metabolizzato.


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