How I meet your mother




Si, probabilmente è la mia sit-com preferita di sempre. Anche se ho potuto vederla integralmente solo recentemente grazie alla magia dello streaming.

I motivi di questo amore penso siano comuni a quelli di tanti altri. Una scrittura eccellente, un umorismo sottile e coinvolgente, i cambi di registro con diversi momenti emotivamente molto intensi, i continui giochi interni con spostamenti temporali avanti e indietro che fanno apparire tutta la lunga opera come un unico. E una recitazioni in alcuni casi veramente eccellente. Dietro la scrittura mi piace trovare la mano di Joe Kelly, uno sceneggiatore di comics che ho sempre trovato molto brillante e intelligente.

Costruita su una struttura molto simile a quella di un'altra serie simbolo come "Friends" (stesso rapporto tra i personaggi, stessi temi trattati, in alcuni casi le stesse frasi) è riuscita velocemente ad eguagliarne il successo. Un gruppo di amici a New York con la paura di crescere, gli amori, le delusioni e sullo sfondo il mistero dell'identità della donna che da il titolo alla serie.
A fare la differenza sono le meccaniche interne, i giochi narrativi, i continui rimandi a episodi precedenti (o successivi).

Il finale non è piaciuto. Tra i tanti commenti negativi segnalo quello bellissimo di Yotobi.
Anche io ho trovato che alla fine qualcosa stonasse. Eppure era chiaro che la struttura della serie era quella e che tutto andava in quella direzione.
Cosa c'è quindi che non andava?
Non andava che non fosse previsto che la costruzione e lo sviluppo della storia d'amore tra Robin e Barney fosse così perfetta e appassionante che alla fine tutti andassero a tifare per loro. Che il povero Ted da protagonista fosse diventato un comprimario neppure troppo simpatico. E che quel giochino che era stato pensato ad inizio serie dopo tanti anni non funzionasse più per come si era sviluppata la storia.
Quell'ultimo episodio lascia in effetti l'amaro in bocca. La facilità e la velocità con cui vengono smontate decine di ore di crescita di alcuni dei protagonisti fa venire quasi rabbia. Forse sviluppare quel passaggio narrativo su più episodi, dargli un respiro più ampio o almeno dare loro un'uscita di scena più appagante per gli spettatori avrebbe aiutato a capire meglio questo finale.

O semplicemente capire che la vita non è una favola con lieto fine e accettare che i personaggi dopo un certo periodo acquistano una vita loro e che riportarli nel ruolo che avevi pensato per loro può essere difficile. O impossibile.

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