Il Commissario Ricciardi, tra romanzi e fumetti - di Maurizio De Giovanni


Camilleri e Montalbano sembrano aver aperto un mondo, ma la lista di difensori della legge diventati protagonisti di saghe letterarie in Italia è lunga.
Tutti, da Duca Lamberti di Scerbanenco, che poliziotto non era ma avrebbe voluto esserlo, a Rocco Schiavone di Antonio Manzini, hanno un indubbio fascino e attirano le attenzioni del pubblico fino a diventare in alcuni casi dei veri e propri fenomeni di costume.

Luigi Alfredo Ricciardi nasce dalla penna di Maurizio De Giovanni, scrittore napoletano che della napoletanità ha fatto una bandiera. E' un commissario di polizia di una Napoli degli anni 30 sotto il regime fascista. Ma che soprattutto ha una caratteristica inspiegabile e inspiegata: la capacità di rivedere gli ultimi attimi delle vittime di morte violenta e di ascoltare i loro ultimi pensieri.
Questo strano potere gli consente di ricavare preziosissime informazioni fondamentali per risolvere i casi che deve affrontare, ma che allo stesso tempo lo sovraccaricano di emozioni e gli rendono impossibile avere una vita sociale normale.

I romanzi che raccontano la sua vita sono in tutto dodici (ma Sherlock Holmes e Maigret insegnano che quando un personaggio è veramente di successo è difficile anche per il creatore liberarsene). Dodici casi, ma anche una trama orizzontale che avvolge lui, i suoi amici e i suoi amori.
In questo momento ho concluso la lettura del non e devo dire che la parte romantica sta prendendo forse troppo piede rispetto a quella puramente investigativa, oramai ridotta quasi ad un pretesto per portare avanti la storia generale.

Dal 2017 i romanzi sono adattati a fumetti dalla Sergio Bonelli Editore in una doppia edizione brossurata da edicola e cartonata da libreria. Per il momento sono stati pubblicati i primi quattro episodi, più tre magazine che con storie brevi.
Lo staff chiamato all'opera è tutto di alto livello. I tre sceneggiatori, Claudio Falco, Sergio Brancato e Paolo Terraciano, hanno alle spalle collaborazioni saggistiche e televisive. I disegnatori sono già stati visti all'opera su Dylan Dog (Daniele Bigliardo e Luigi Siniscalchi), Tex (Alessandro Nespolino) e Nathan Never (Vanessa Belardo).
L'adattamento non tradisce lo spirito della serie, anzi ne valorizza alcuni aspetti come la tormentata malinconia del protagonista, la visualizzazione di una città con mille problemi e con mille anime diverse, schiacciata da un regime che si fa giorno dopo giorno più feroce. 
Grazie anche alla cura dei dettagli e della pregevole grafica il risultato è uno dei più belli ed eleganti tra quelli proposti dalla Bonelli negli ultimi anni. Peccato solo per la periodicità rarefatta e che, dopo la pubblicazione dei primi quattro volumi, si stia facendo troppo lunga l'attesa per i successivi.

In preparazione c'è anche una serie televisiva targata RAI. Un terzo passaggio multimediale per un personaggio che forse ha qualcosa che lo distingue da tanti suoi colleghi.


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